Il Palazzo (Notizie Storiche)

L’area dell’attuale Piazza Dante, dove ora si erge il Palazzo della Procura della Repubblica, insieme ad altri importanti monumentali complessi edilizi, fu sede per molti secoli (tra il IX ed il XIX secolo) dell’antica fiera di Sant’Alessandro. Organizzata fino al XVI secolo con baracche di legno, col tempo , venne strutturata in percorsi e spazi dedicati a merci e mercanti provenienti da tanti paesi , fino a quando nel XVIII gli imprenditori ed i commercianti di Bergamo decisero di far costruire un enorme complesso edilizio che rendesse la città speciale agli occhi dell’Europa di quel tempo.

Fotografia con vista della Fiera in muratura , a destra uno dei "torresini"

Organizzata e composta a scacchiera si estendeva su di un perimetro quadrato di 21.000mq di superficie: è interessante sapere che ai quattro angoli esterni del complesso (i “torresini”) risiedevano, già da allora, il “giudice del maleficio”, cioè quello preposto alle sanzioni penali (il Tribunale di Giustizia), i “giudici alle vettovaglie” (il Magistrato sulle Vettovaglie), l’ufficio della Fiera, ed infine i “giudici alla sanità” (il Tribunale di Sanità), che erano incaricati della pubblica sicurezza interna.

Vista sulla fontana del Delfino di fronte alla Fiera

L’Ottocento, ultimo secolo di attività della Fiera, si apre con un periodo di fasi alterne dal punto di vista economico, in conseguenza degli ostacoli posti al commercio internazionale dalle guerre, dal blocco continentale e dal ripetuto variare dei regimi doganali che contraddistingue il periodo napoleonico. Con la Restaurazione sono introdotti consistenti privilegi daziari e viene redatto un nuovo statuto che permette l’apertura delle botteghe perimetrali verso l’esterno durante tutto l’intero anno. La Fiera vive da allora una fase di espansione fino alla metà degli anni quaranta dove inizia la crisi irreversibile, legata a una concomitanza di fattori tra i quali l’ascesa del mercato milanese e le nuove necessità di tempi e direttrici commerciali. In conseguenza di ciò la Fiera diviene luogo di piccolo commercio ed intrattenimenti dal ridotto valore artistico.

Vista della Fiera (complesso sullo sfondo) prima della demolizione (primi anni del novecento)

Negli anni successivi all'Unità nazionale, mentre la Fiera continua la sua attività annuale, prende corpo in Bergamo un vivo dibattito sulla destinazione d'uso del fabbricato e degli spazi: l'amministrazione e i cittadini si dividono tra l'ipotesi di una rinnovata gestione, finalizzata al rilancio del mercato e l'abbattimento definitivo quale conseguenza delle mutate esigenze commerciali ed urbanistiche, queste ultime legate al ruolo di centro cittadino assunto dall'area circostante la Fiera con il trasferimento delle sedi del potere amministrativo e statale (Prefettura, Provincia e Comune).

Ecco come si prensentò la nuova piazza

Il piano regolatore pose la questione della sistemazione del centro cittadino della Città Bassa, poiché il complesso architettonico settecentesco della Fiera era ormai ritenuto inutile.Il dibattito proseguì fino al secolo successivo quando, nel 1906, fu bandito un concorso nazionale per la sistemazione dell'area urbana. Furono presentati undici progetti. La commissione giudicatrice ritenne che nessuno di questi rispondesse alle esigenze di trovare una soluzione artistica e prospettica rispetto alla città antica.

Il Palazzo di Giustizia di Bergamo completato, in centro la fontana del Delfino documento dell epoca (1927)

Il 4 febbraio 1907 fu bandito un secondo concorso e, fra i ventisette progetti partecipanti, ne risultò vincitore il progetto “Panorama”, firmato dall'ing. Giuseppe Quaroni e dall'architetto romano Marcello Piacentini, che prevedeva il mantenimento dell'impianto stradale ottocentesco, la piazza centrale con fontana, il porticato affacciato sul Sentierone con l'inserimento di una torre sul lato opposto e la riproposizione per le nuove costruzioni delle linee architettoniche e delle altezze, pensate per non turbare la visione panoramica della Città Alta.
Il progetto originario venne in seguito modificato con la collaborazione di noti architetti e ingegneri operanti a Bergamo: Luigi Angelini, Ernesto Suardo e Giovanni Muzio. La loro opera congiunta portò, tra il 1912 e il 1927, alla realizzazione di un centro più ampio, rispetto a quello occupato dalla vecchia fiera, dove svolgere attività politiche, amministrative, finanziarie, giudiziarie e artistiche.

L’affresco (in foto), che misura metri 6 per 4 , è stato compiuto in undici giorni.

La fiera di Sant'Alessandro, rimossa, si trasforma nel nuovo centro cittadino, sull'asse tra la stazione ferroviaria e Città Alta, con la costruzione del Palazzo della Banca d'Italia (1912-14), del Palazzo della Camera di Commercio (1924), della Torre dei Caduti (1924) e del Palazzo di Giustizia (1927).

Documento dell’epoca , stralcio del discorso introduttivo dell’inaugurazione.(fonte biblioteca A.Mai – Bergamo Alta)

Nel 7 dicembre 1919, si poneva la prima pietra.
L’inaugurazione del Palazzo di Giustizia richiama l’attenzione degli amatori d’arte su Giovanni Battista Galizzi, pittore nato a Bergamo il 17 maggio 1882, il quale ha ornato la sala della Corte d’Assise di un affresco (1925) che rappresenta il Diritto,il quale, sovrasta a tutte quante le passioni umane.
Lo scultore Giuseppe Siccardi (Albino,1883-Bergamo 1956) trasse nel bronzo le statue per la facciata del Palazzo di Giustizia, la forza del Diritto e la maestà della Giustizia. Altri scultori contribuirono agli abbellimenti artistici quali Manzoni,Avogadri,Cattaneo,Vescovi.

Attualmente la Procura della Repubblica di Bergamo svolge le attività sull’Ordinamento giudiziario.